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      Io ho avuto uno di questi animali, che una caravella mia mi portò dalla costa di Cartagenia, che gl'Indiani arcieri gli dettero a baratto di due ami da pescare, e lo tenni molto tempo attaccato ad una catenella. Sono animali molto piacevoli, e non tanto sporchi come li gatti mammoni.
     
     
      Delli gatti mammoni.
      Cap. XXV.
     
      In quella terra ferma si trovano gatti di tante foggie e maniere, che non si potria dir in poca scrittura, volendo narrare le loro differenti forme e innumerabili diversità sue; perché ogni giorno di tutte queste sorti ne sono portati in Spagna, non mi affaticherò in dir di loro se non alcune poche cose. Alcuni di questi gatti sono tanto astuti, che molte cose che veggon far agli uomini loro l'imitano e le fanno similmente, e massime quando veggono schiacciare una mandola over un pignuolo con un sasso, loro anche lo fanno, e rompono tutto quel che gli è dato, essendogli posta avanti una pietra con la qual la possa rompere; né piú né manco tirano una pietra della grandezza e peso che alla sua forza convenga, tanto come un uomo. E di piú di questo, quando li nostri cristiani vanno per il paese a guereggiarre in alcuna parte di terra ferma, e passano per boschi ove siano di questi gatti, d'una sorte che sono molto grandi e neri, non fanno altro che romper tronchi e rami dagli arbori, e fannogli cader sopra gli uomini per rompergli la testa; di modo che convien si cuoprino bene con le sue rotelle, e che vadino guardandosi acciò non ricevino danno e siano feriti.
      Accade che, se si tiran pietre alli detti gatti, e che quelle restino sopra qualche tronco d'arbori, li gatti subito vanno a lanciarle contra gli uomini: in questo modo un gatto diede una sassata ad un Francesco di Villa Castin, rilevo del governator Pedrarias d'Avilla, che gli cavò di bocca quatro o cinque denti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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