Cap. LXXXIII.
Questa particolarità di minere è molto cosa da notare, e posso parlarne io d'esse molto meglio che alcun altro, perché già fan dodici anni che io servo per riveditore in terra ferma delle fucine da fondere l'oro, e governatore delle minere del catolico re don Ferdinando, il qual ora si gode nel cielo, e dopo lui per nome anche di vostra maestà; sí che per questa cagione ho veduto molto bene come si cava l'oro e si lavorano le minere, e so molto bene come è ricchissima quella terra, avendo fatto io cavar per mio conto l'oro alli miei Indiani e schiavi, e ciò posso affermare come testimonio di veduta.
Io so che in nessuna parte di Castiglia dell'Oro, che è in terra ferma, nessuno mi dimanderà di minera d'oro che io non m'obligassi a darle discoperte in spazio di dieci leghe di paese dove mi fussero addimandate, e le trovaria molto ricche, pur che pagato mi fusse il costo del cercarle, perché, se ben per tutto si truova oro, non si debbe però cavare in ogni luogo. Questo è perché in alcuna parte ne è meno che nell'altra, e la minera o vena che si debbe seguire debbe essere in luogo che si possi star alla spesa delle genti e altre cose necessarie, tal che se ne cavi per cercarle la spesa con guadagno, perché del trovar oro nel piú delli luoghi, o poco o molto, non è dubbio alcuno; e l'oro che si cava in Castiglia dell'Oro è molto buono, ed è di ventiduoi caratti, e de lí in su anche ne è di miglior sorte. E oltra quel che è detto che delle minere si cava, che è gran quantità, s'è acquistato e di giorno in giorno s'acquistano molti tesori d'oro lavorato che erano in potere degli Indiani che abbiamo soggiogati, o che da sua posta ci si son dati, e da quelli che, o per taglia di prigioni overo come amici di cristiani, volontariamente ce l'han dato; di questa sorte ve ne è molto buono, ma la maggior parte di questo oro lavorato che hanno gl'Indiani è basso e tiene di rame.
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