Quello che io voglio qui inferire si è che io non tratto qui di questa India che ho detto, ma dell'Indie che sono isole e terra ferma nel mare Oceano occidentale, e che ora sono sotto l'imperio della corona reale di Castiglia: e vi si comprendono infiniti gran regni e provincie, con tante ricchezze quanto nel processo di questa istoria si dirà.
Per tanto supplico la Vostra Maestà cesarea che faccia queste mie vigilie degne d'essere da lei vedute e lette, poiché naturalmente ogni uomo desia di sapere, e l'intelletto ragionevole è quello che ci fa piú che altro animali eccellenti, anzi che ci fa simili al grande Iddio, il quale disse nella creazione di questo intelletto: "Facciamo l'uomo ad imagine e similitudine nostra". Sí che per questa cagione non si contenta né si sodisfa il nostro animo con intendere e speculare poche cose, né con vedere l'ordinarie o vicine alla patria nostra; che anzi chiunque questo cosí bel desiderio ha, posponendo molti pericoli ne va per lontane e varie contrade pellegrinando, per investigare e nella terra e nel mare le tante maravigliose opere che ha fatte il grande Iddio, per sodisfare a questo bel desiderio della pellegrinazione nostra, e per farci conoscere che chi ha potuto far quello che noi vediamo nel mondo, è stato bastante a fare anco tutto quello che noi non possiamo con tutto il nostro ingegno intendere: cosí per la sua grandezza, come per la negligenzia nostra, e per la debolezza umana della quale tutti vestiti siamo, e medesimamente per altri inconvenienti, che possono impedire questo lodevole desiderio di vedere con gli occhi del corpo quello che vedere si può della tondezza e varietà di questo, che hanno i latini chiamato mondo.
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