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      Egli è il vero che l'ultimo libro di questi vinti si porrà poi nel fine della terza parte, perché è di qualità che a tutte serve, e chiamasi Delle disgrazie e naufragii de' casi avvenuti ne' mari di queste Indie.
      Tutti questi libri sono divisi secondo la maniera e qualità delle materie che vi si discorrono, e le quali non ho io cavate da duomila migliaia di volumi che io letti abbia, come diceva Plinio avere esso fatto. Onde pare che egli scrisse quello che avea letto, benché egli dicesse anco alcune cose che non avevano gli antichi intese, o che dopo la lor vita si ritrovarono. Non dico io qui adunque cose che abbi lette in molti libri, ma vi scrivo quelle solamente che con duo miglioni di travagli, di necessità, di pericoli, ho in piú di ventiduoi anni vedute e isperimentate con la mia stessa persona, servendo a Dio e al mio re in queste Indie, e con avere otto volte passato il gran mare Oceano.
      Ma perché io a qualche modo intendo di imitare Plinio, non nel dire quello che egli disse (benché qui talora le sue auttorità s'alleghino), ma nel distinguere i miei libri, come egli fece, secondo la varietà delle materie, confessarò quello che egli nella sua introduzione approva, quando dice che è cosa d'animo vizioso e d'ingegno infelice volere piú tosto essere preso col furto che restituire quello che gli fu imprestato, massimamente facendosi capitale dell'usura. Per non incorrere io adunque in simil fallo, e non negare quello che è da Plinio, quanto all'invenzione e titolo del libro io il seguo; ma nella mia opera sarà una cosa aliena dallo stile di Plinio, e sarà il referire in parte la conquista di queste Indie, e il dar conto come fossero primieramente discoverte e trovate, e altre simili cose che, se ben fuori della naturale istoria sono, vi saranno nondimeno assai necessarie, per potersi sapere il principio e 'l fondamento del tutto; e medesimamente perché meglio s'intenda come i re catolici don Ferdinando e donna Isabella, avoli della Vostra Maestà cesarea, si movessero a mandare a cercare di queste terre, o per dire meglio come il Signore Iddio gli movesse, che già altri non fu.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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