Ma perché in quel tempo il vescovo Fonseca era il tutto delle cose dell'Indie, perché solo col secretario Lopes Conciglio ne disponeva e produceva, e amendue questi erano persone molto accette al re catolico, poco giovò quanto il commendator maggiore sopra questa cosa scrisse e rescrisse. Onde, per opera del vescovo e del Tapia, si ottenne dal re che fusse di questa castellaneria proveduto un trinciante del vescovo istesso Fonseca e suo creato, chiamato Francesco di Tapia e fratello del detto Cristoforo di Tapia; e cosí costui se ne venne in questa città col titolo di castellano.
Aveva, poco innanzi a questo, il re catolico fatto grazia al secretario Lope Conciglio della scrivania maggiore delle minere, e che tutti quelli che andavan a cavar l'oro, non vi potesser andare senza una poliza d'un luogotenente di questo Lopes e degli altri ufficiali, sotto gravi pene, e che per questa licenzia si pagasse un tanto al Conciglio (le quali licenzie fino a quella ora s'erano date graziosamente senza pagare nulla); e che di piú di questo si dessero al secretario alquanti Indiani, per cagione dell'officio di scrivania maggiore.
Ora, quando queste provisioni vennero di Spagna a questa isola, il commendatore maggiore l'obedí, ma quanto a l'essequirle le sospese, per consultarne e informarne il re, onde gli scrisse mostrandoli quanto noto pregiudizio era questa cosí fatta imposizione in una terra cosí nuova. Il re, inteso questo, sospese per allora la cosa e se ne rimesse al commendatore maggiore istesso, e tassò queste licenzie nella metà di quello che s'era ordinato che si pagasse.
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