E cosí credo io che ne sian molto alcuni cristiani infettati, e massimamente quelli che male inchinati vi sono, perché ve ne son bene molti altri di gran prudenzia. Ma vi so dire che ve ne sono anco venuti tali che averebbono bastato a porre in rivolta e sottosopra Roma e San Giacomo, come volgarmente si dice. E che quello che io dico degl'Indiani sia vero si prova per li mescolati figli nati di cristiani e d'Indiane, che con grandissimo travaglio s'allevano ne' buoni costumi, né si possono distorre da' loro vizii e cattive inclinazioni.
E perché io ho detto che qui passarono alcuni che non dovevano, i re catolici e lor conseglio vi cominciarono a rimediare, procurando che in queste parti non vi passassero se non persone elette; talché si dee pensare che né li re catolici prima, né la maestà cesarea poi si movessero per leggiere informazioni di particolari, ma con sano e retto giudicio, cosí nella mutazione che si fece prima del primo admirante, come nell'altre che seguirono appresso. Benché anco li re, essendo uomini, possano come uomini errare, massimamente che la maggiore infelicità e piú ordinaria che allo scettro reale si attribuisce si è che pochi dicano al suo prencipe la verità, e se gli dice non si crede. E questa disgrazia va cosí unita e ristretta col regnare quanto la corona istessa regia. Ma vi è in questo che s'è detto un'altra cosa contraria, onde si debba credere che questo nella mano e in potere degli uomini sia, né in poco pensiero o infelicità del prencipe, poiché non si può quella autorità del savio negare, quando dice che il cuore del re è in mano di Iddio.
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