Il governo adunque di queste quattro persone, nel modo che s'è detto, fu assai buono mentre durò, e quei padri lo fecero il meglio che Iddio loro inspirò, e attesero anco a rimuovere gl'Indiani dallo stato nel qual si trovavano e a dare loro altro recapito; il che, ancorché sia stato una pericolosissima cosa per le conscienzie de' governatori, fu nondimeno quello che questi padri in tal caso fecero una cosa santa, perché tolsero gl'Indiani di mano a tutti quei cavalieri a' quali erano stati, per ordine del re catolico, compartiti e dati; e non gli lasciarono a niun di coloro che absenti erano, ma li compartirono per li popoli e abitatori dell'isola, e gli fecero ridurre in popoli e per le città, accioché fossero lor meglio i santi sacramenti administrati, e fossero meglio instrutti nelle cose della santa fede.
Sopra questi servigi degl'Indiani s'è molto conteso e altercato in iure fra famosi legisti e canonisti e teologi e religiosi e prelati di molta coscienzia e dottrina, cioè se dovevano questi Indiani servire o no a' nostri, e se coloro a chi si raccomandano e danno possono con buona coscienzia tenerli o no, e con che qualità e limitazioni. Ma perché sono state assai le loro opinioni differenti, non è questa loro disputa stata di alcun giovamento né alla contrada né agl'Indiani stessi.
Questi padri ritrovarono qui gran querele, per cagione di un generale compartimento di questi Indiani, che, col parere del tesoriero Michele di Passamonte, aveva già fatto Rodrigo di Albucherche, cugino del licenziato Luigi Zapata, che era in quel tempo il principale nel consiglio del re.
| |
Iddio Indiani Indiani Indiani Indiani Indiani Indiani Michele Passamonte Rodrigo Albucherche Luigi Zapata
|