Cap. VI.
S'è nel capitolo precedente detto come l'admirante don Diego Colombo venne per ordine di Sua Maestà in Spagna, e giunse il gennaio del 1524 alla corte, stando l'imperatore nella città di Vittoria, dove cominciò l'admirante a trattare i suoi negozii, e vi stette fin che Sua Maestà e il suo consiglio reale dell'Indie stette in quella città; poi seguí la corte in Burgos, poi in Valledolid, poi in Madrid, e finalmente nella città di Toledo, finché nel 1526 si partí l'imperatore per Siviglia. Nel qual tempo s'era l'admirante infermo e stava assai indisposto e debole; ma con tutta questa sua indisposizione volse seguire la corte, e determinò di fare la strada per Nostra Signora di Guadalupe. Due dí innanzi che egli partisse io il visitai, e li dissi che mi pareva che non faceva bene a porsi in cosí lungo cammino stando come esso stava; e glielo dissero anco molti altri, consigliandolo che, poi che si ritrovava in Toledo, dove non li mancavano eccellenti medici e medicine, con ogni altra cosa per la sua sanità e cura, non si fosse dovuto per niuno conto partire, perché con questa andata non fosse stato cagione di accrescersi il male; e che, poi che guarito fosse, avrebbe potuto a sua voglia partirsi. Egli rispose che si sentia meglio, e che in pensar che andava verso l'Indie, dove aveva sua moglie e figli, e in andare in Siviglia, li pareva di essere già sano, e che voleva fare la strada di Nostra Signora di Guadalupe, perché sperava che ella gli avrebbe dato isforzo per potere fare quel viaggio.
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