E benché li fosse replicato, per disturbarli quella andata, non gli giovò cosa che gli si dicesse, perché doveva essere il suo fine, dove aveva il Signore Iddio ordinato.
Determinato adunque di fare questo cammino, si partí di Toledo in mercoledí, a' 21 di febraro del 1526, in una lettiga, e giunse quel dí in una terra di don Alonso Telles chiamata il Popolo di Montealbano, che sta sei leghe lungi da Toledo; allora quivi gli aggravò tanto il male che il giovedí sequente ordinò per l'anima sua, come buon cristiano, essendosi già confessato e comunicato il dí stesso che di Toledo partí; e il venerdí, che furono a' 23 di febraro, alle nove ore della notte spirò, con molta contrizione e ricordo, ringraziando molto il Signore Iddio e con grandissima pazienzia raccomandandoli l'anima sua, di modo che si dee credere che egli se n'andasse alla gloria celeste. E volle nostro Signore che, per sua consolazione e perché meglio morisse, si ritrovassero con lui quattro religiosi dell'ordine di s. Francesco, della quale religione esso era molto devoto: questi li ricordarono sempre quello che alla sua salute conveniva. E subito, spirato che fu, i suoi servitori presero il suo corpo e lo condussero in Siviglia, nel monasterio delle Grotte, dove il depositarono presso al corpo del primo admirante suo padre. E a quel modo terminò questa misera vita l'admirante don Diego, e succedette nella sua casa e titolo il suo figliuolo maggiore Don Luigi Colombo, terzo admirante.
Del terzo admirante di queste Indie don Luigi Colombo; e come sua madre passò in Spagna a proseguire la lite di suo marito col fiscale sopra i suoi privilegii; e come venne per presidente in questa audienzia il vescovo di questa città don Sebastian Ramires.
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