Ora costui, quando ebbe quantità di canne, fece un trapeto di cavalli su la riva del fiume Nigua, e condusse i maestri per questo effetto infino dall'isole di Canaria, e macinò e fece zuccaro prima che niuno altro.
Ma, investigando la verità di questo, ritrovo che dicono alcuni uomini da bene e vecchi, che oggi in questa città vivono, che il primo che piantò canne di zuccaro in questa isola fu un Pietro di Atienza, nella città della Concezione della Vega, e che il castellano della Vega Michel Vallestriero di Catalogna fu il primo che fece zuccaro, e affermano che lo fece piú di due anni prima che lo facesse il baccelliero Velosa. Ma dicono anco che questo castellano ne fece pochissimo, e che tanto questo quanto quello di Velosa ebbero origine e principio dalle canne di Pietro di Atienza. Di modo che, o per questa o per quella via, ebbe in queste Indie origine il zuccaro, perché da questo principio di Pietro di Atienza si moltiplicò tanto questo utile quanto ora si vede, e ogni giorno maggiormente si augmenta.
Ma, ritornando al baccelliero Velosa e al suo trapeto, quando il cominciò ad intendere meglio questo negozio, si unirono con lui il proveditore Cristoforo di Tapia e il castellano Francesco di Tapia suo fratello, e tutti tre fecero di compagnia uno ingegno nel Laguate, che è una lega e mezza longi dalla riva del fiume di Nizao. Ma qualche tempo appresso si disunirono, e il baccelliero vendette la parte sua ai Tapii, e il proveditore poi vendé la sua a Giovanni di Villoria, il quale poi anco la vendé al castellano Francesco di Tapia, al quale solo restò questo primo ingegno da zuccari che fu in questa isola.
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