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      Cap. III.
     
      Essendosi nel precedente capitolo detto della forma de' letti degl'Indiani di questa isola, dicasi ora del matrimonio che usavano: benché in effetto questo atto, che noi cristiani teniamo per sacramento, come egli è, si possa dire essere a presso questi Indiani un sacrilegio, poi che non può essere detto per loro "quos Deus coniunxit homo non separet". Che anzi si dee credere che il demonio costoro congiunga, tale è la forma che in questo servano; perché in questa isola ciascuno aveva una moglie sola (se non ne poteva sostentare piú), ma molti n'avevano due e piú, e i cacichi tre e quattro e quante ne volevano, e il caciche Beheccio ebbe 30 mogli proprie; e non solamente l'avevano per l'uso del congiungimento, che sogliono i mariti naturalmente servare con le mogli loro, ma per altri nefandi anco e bestiali usi e peccati, perché il caciche Goacanagari aveva certe mogli con le quali si congiungeva nel modo che sogliono fare le vipere. Or vedete che abominazione inaudita; e che le vipere questa proprietà e uso abbiano lo dicono Alberto Magno, Isidoro e Plinio; ma erano peggiori che vipere coloro che a queste bruttezze si lasciavano trascorrere, poi che alle vipere non ha la natura altra via da generare concessa, e vi vengono come forzate a cosí fatto atto; sí che non è maraviglia se tali vipere in vista umana hanno cosí gran castigo avuto dal grande Iddio.
      Se di questo caciche adunque tal fama vola, bisogna che degli altri suoi anco si dica il medesimo, perché i popoli e nel vizio e nella virtú sono atti ad imitare tosto il prencipe; onde di maggior castigo è degno l'inventor di qualche peccato che non l'imitatore, come all'incontro suprema gloria merita colui che è di qualche virtuoso atto autore.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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