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      E cosí, partendo con trenta de' suoi cristiani, avendo caminato tre giornate e mezza, ritrovò un lavoreccio nel campo, e cercando dell'acqua per bere ritrovò quattro Indiani, i quali furono tosto presi tutti; e da loro si seppe come Enrico stava nella lacuna o stagno che chiamano del commendatore Aibaguanes, che fu un Indiano cosí detto nel tempo che fu questa isola governata dal commendatore maggiore fra' Nicola d'Ovando. E questa lacuna era indi otto leghe lontana, di cattivo paese e di terra assai montuosa e piena, e chiusa tutta di spine e d'alberi e di cosí dense macchie quanto qui sogliono essere. Il capitan Francesco determinò d'andarvi; ma prima che alla lacuna giungesse ritrovò una buona terra e di buone case, e tale che ne' tempi passati v'avrebbono potuto vivere 1500 Indiani. Qui si credette che dovesse stare Enrico, il quale pensavano che fosse già ritornato dalla lacuna, dove in effetto stava facendo i suoi fumigii, che gl'Indiani fare sogliono, come di sopra si disse. Si fece notte al capitano ed era una mezza lega lungi da questa terra; e però non v'andò fino alla mattina, ma non vi ritrovò gente alcuna: vi ritrovò bene apparecchi di casa come sogliono gl'Indiani averli, onde chiaramente si conosceva che questo luogo s'abitava, ma che le sue genti si ritrovavano tutte fuori. Il capitano comandò che non vi toccassero cosa alcuna, fuori che alcune zuche per portare acqua, perché non ne potevano per quella contrada avere; e da questa terra fino alla lacuna era un camino fatto a forza di mano, largo quanto potevano due carette incontrandovisi passare oltra di lungo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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