Di quello che il capitano Francesco di Barrio Nuovo parlò a' suoi che dubitavano di seguirlo,
e come giunse dove era Enrico indiano.
Cap. VI.
Signori, io venni qui con voi altri non per altro che per servire Iddio e l'imperatore nostro signore, e non è bene che si vegga timore alcuno in niuno di voi, poiché siete gentiluomini e persone in maggiori pericoli esperimentate, tanto piú che qui non ci è di che temere; pure, chi vorrà ritornarsi ritornisi dove i nostri compagni ci aspettano, e chi ha volontà di seguirmi e di fare il debito vengane meco, perché io non sono per ritornare a dietro, ancor ch'io pensassi di lasciarci la vita, poiché a questo effetto io ci venni
. E detto questo passò oltre e seguí il suo cammino, con una spada al fianco e con una giannetta in mano, e senza altre arme difensive che un giuppone di canavazzio e certi calzoni, con calzette di canavazzio dalle ginocchia in giú e con scarpe di funicella in piedi.
E a questo modo, da buon capitano e d'animoso cavaliero essortando gli altri che seco andavano, giunse in un certo picciolo calle, che era duo tiri di balestra lontano dal luogo dove Enrico stava, e come stanco del travagliato cammino s'assise sotto un albero, e indi, nella rivolta della lacuna, vidde Enrico e gli altri che con lui stavano. Egli ebbe molta ragione di riposarsi, perché finché ivi giunse bisognò che molte volte andasse carponi e sotto gli alberi densi e intricati del bosco; si riposò medesimamente perché, oltra che prendea spirito esso con tutti i suoi, poteva anco sotto questa dissimulazione intendere e congietturare meglio la disposizione di quel luogo, per quello che li fusse potuto accadere di dover fare.
| |
Francesco Barrio Nuovo Enrico Iddio Enrico Enrico
|