Ed esso riposatamente si fermò, e con viso lieto mostrava di sentire gran piacere in vedere i cristiani, che avevano portato ben da mangiare molte galline e capponi e prosciuti e buone carni, e il miglior pane e vino che avere si puote. E mangiarono insieme di compagnia, con gran piacere e festa, i cristiani e gl'Indiani principali con quanti ivi si ritrovavano, fuori che don Enrico solo, che non volle né mangiare né bere cosa alcuna, benché ne fusse molto pregato da tutti; e si scusava che non stava sano e che avea poco innanzi mangiato, e con molta gravità pratticava con tutti con un aspetto molto riposato e d'autorità, mostrando e dicendo che esso si trovava molto contento della pace e d'essere amico di cristiani. In questo stettero da quattro ore o piú, doppo che ebbero mangiato e meglio bevuto, perché questi Indiani assai volentieri bevono il vino quando si dà loro. E furono da trenta Indiani quelli che in questo convito si mostrarono, e tutti con giannette in mano e con spade e rotelle, e alcuni con pugnali.
Doppo che fu desinato, il fattore Francesco d'Avila, che qui fra gli altri a caso ritrovato s'era, e gli altri gentiluomini, gli dissero che tutti i cristiani erano suoi amici, perché cosí l'imperatore nostro signor comandava; e perché già in effetto amici erano, esso avrebbe in tutti i cristiani dell'isola ritrovata molta verità e amistà, onde senza niun timore poteva securamente e solo e accompagnato venire esso e i suoi in questa città di San Domenico, e per tutte l'altre città e terre anco dell'isola; e in ogni luogo gli avrebbono fatto ogni piacere che esso avesse voluto, perché cosí era stato fatto bandire per ogni parte.
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