E ismorzando il fuoco vi ritornano a percuotere come prima, e cosí continovando a questo modo ne vengono a fare una barchetta a modo d'uno albuolo, ma profonda, longa e stretta, e cosí grande e grossa come la longhezza e larghezza dell'albero lo sofferisce; di sotto è piana, e non vi è schiena né carena, come nelle nostre barche si vede. Ho veduto io di queste canoe di portata di quaranta e cinquanta uomini, e cosí larghe che vi potrebbe stare dentro agiatamente di traverso una botte, fra gl'Indiani caribbi arcieri; percioché questi l'usano cosí grandi e maggiori, e le chiamano pirague, e le navigano con vele di cottone e a remi medesimamente, i quali loro remi essi chiamano nahes; e alcuna volta vi vogano in piedi, alcuna volta assentati, e quando vogliono ancora inginocchioni. Questi lor nahes sono come pale longhe, e hanno le lor teste o capi di sopra fatte con una traversetta, a guisa de' bastoni de zoppi, come qui dipinti i nahes o remi e la canoa si veggono.
[vedi figur_11.gif]
Ve ne sono alcune, di queste canoe, cosí picciole che non vi capeno se non due o tre Indiani, e altre che ve ne capono sei, altre dieci, e cosí di mano in mano, secondo la lor grandezza. Ma tante l'une quanto l'altre sono assai leggiere, ma pericolose, perché molte volte si traboccano: ma non s'anniegano, ancorché d'acqua s'empino, ma, perché questi Indiani sono gran natatori, le ritornano a ridrizzare e a votarle tosto dell'acqua. Non sono vasselli questi che si discostino molto lunghi dalla terra, perché, essendo bassi, non possono soffrire gran mare, e facendo un poco di mal tempo tosto si traboccano; e benché non si perdino o s'annieghino, non è ciancia però l'esporsi l'uomo a questo pericolo, massimamente chi non sa natare, com'è accaduto molte volte a' cristiani, che vi sono affogati.
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