Ho voluto qui solamente accennare questa vittoria che ebbe Francesco Pizarro, governatore del Perú per Sua Maestà, accioché il lettore la vada a trovare nella terza parte di queste istorie dell'Indie, dove si ragionerà della conquista del Perú e del mare del Sur. E non è stato fuori di proposito quello che s'è detto, poiché voleva far vedere i tesori che il nostro imperatore ne cava, e il modo che ogni dí Idio li dà. Ma ritorniamo alla istoria, e diciamo a che modo gli Spagnuoli raccolgono questo oro.
Io ho nel terzo libro detto d'un granello d'oro che pesava 3600 castigliani e si perdé in mare, ed era stato ritrovato in questa isola. Questo solo deve bastare a far credere che, dove il grande Iddio creò quel granello, non ve lo creò solo, né la natura in quel granello perdé affatto il potere o l'arte di farne degli altri. Ma perché io voglio anco nel resto sodisfare, dico che si può a me credere piú che a niun altro in questa materia, poiché dal 1513 fino al 1532 ho servito al re catolico don Fernando e alla serenissima reina donna Giovanna e alla maestà cesarea per proveditore del fondere dell'oro in terra ferma; e Sua Maestà poi, volendo che Francesco Gonzales di Valdes mio figlio la serva nel medesimo ufficio, ne li fece grazia, supplicandonela io, e volse che io, come persona di età e atta al riposo, mi stessi in casa mia, scrivendo per suo regio ordine queste nuove e naturali istorie dell'Indie. E per questa cagione so io molto bene e ho molte volte veduto come si cava l'oro, e come si lavora nelle minere di queste Indie.
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