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      Nelli fiumi e ruscelli o lacune d'acqua si cava l'oro d'altra maniera, ed è di questo modo. Se gli è lacuna s'ingegnano di votarla, s'ella è picciola e si può fare, e da poi cavano e lavano quel terreno e ne raccolgono l'oro, se ve ne è, nel modo che s'è detto di sopra. Ma se gli è fiume o ruscello ne isviano l'acqua dal corso e letto suo, e doppo che lo veggono secco vanno a raccorre nel mezzo del letto l'oro, se ve ne è, fra le pietre e sassi ruvidi che ivi siano; e talvolta, quando s'imbatte in un di questi letti d'acqua corrente, vi si ritrova gran quantità d'oro. E si ha da tenere per certo (come da l'effetto si pare) che la maggior parte dell'oro nasce nelle cime e nelle piú alte parti de' monti, e si genera nelle viscere della terra, e piovendo poi l'acque ne mandano via il terreno, e a poco a poco col tempo ne portano giú l'oro ne' fiumi e ruscelli che ne' monti nascono; benché molte volte anco si ritrovi l'oro nelle campagne piane e lontane da' monti: e quando questo accade tutta la contrada circonstante è terra d'oro, e vi se ne ritrova gran quantità. Ma per lo piú e piú ordinariamente si ritrova nelle falde de' monti, e nelli fiumi stessi e nelle sue balze, perché di molto tempo vi si raccoglie. Sí che, per una di queste due maniere che ho dette, si cava comunemente l'oro in queste Indie.
      Si ritrova anco alcuna volta che la vena dell'oro non corre a lungo, per potere farsi quello che s'è detto, nelle minere di terra e fuori de' fiumi, ma va in giú verso il centro al dritto, da' lati, calando giú piú verso una parte che un'altra; e questo non è già contrario a quello che s'è detto, perché l'oro, ancorché esca e si ritrovi nella superficie della terra, non per questo nasce ivi, ma nelle interiori e piú secrete parti di lei.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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