Io, come ho detto, le viddi vive e le viddi anco poi aprire. E mi pare che questa sia una cosa piú degna da scriversi e notarsi che non quella che 'l beato Antonio da Fiorenza scrisse.
D'un fonte che sta dentro il mare, presso l'isola della Navaza.
Cap. XII.
Nella materia de' fonti, de' laghi e de' fiumi vi ha molto che dire, e per molto che io ne scriva non sarà tanto quanto quello che ne scrisse Plinio, nel secondo libro della sua istoria. Ben avrei io potuto fare un libro distinto in questa materia, e non sarebbe stato il piú breve degli altri di questa istoria dell'Indie, né di meno maraviglia che gli altri; ma perché nelle provincie o isole che nel discorso di questa istoria si toccano ho di questi fonti qualche cosa particolarmente scritta, e il medesimo farò nella seconda parte, quando si ragionerà delle cose di terra ferma. Nel nono capo del secondo libro ho scritto di quel fonte o albero maraviglioso dell'isola del Ferro, che è una delle Canarie; e nell'ottavo capo del 17 libro scriverò d'un altro fonte di bitume che nell'isola delle Perle si vede. E ognuno di questi fonti sono nella spezie loro maravigliosi e notabili. E cosí io ora dirò qui di un altro fonte che sta nel mare presso l'isola della Navaza, da ponente a questa isola Spagnuola, e mi pare al proposito di parlarne in questo luogo perché sta in mare e non in terra.
L'isola della Navaza è una isola picciola e disabitata, che sta nel cammino che navigando si fa da questa isola Spagnuola a la Iamaica o di San Giacomo, ed è dodeci leghe lungi dall'una e quasi altretanto dall'altra, ed è distante dall'equinoziale poco meno di 18 gradi.
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