Io provai a porre sotto quella acqua fredda del fiume un fiasco voto e ben chiuso d'una zucca, e ivi di sotto, dove quel calore si sentiva, l'apersi e vi feci andare alquanta di quella acqua calda, e poi in quel medesimo luogo lo ritornai a rinchiudere, perché nel tirarlo su non vi si mischiasse acqua fresca. Ella ne uscí cosí calda, quella che giú si prese, che non si poteva quasi soffrire in bocca. E di questo che ho detto se ne può ben fare la esperienzia, perché dove è questa arena e acqua calda è presso la riva del fiume, e non vi è l'acqua piú profonda che poco piú che fino ai ginocchi.
Questo fiume ha in sé oro, e io vi guardai quando l'ultima volta vi fui, e vi viddi certe punte d'oro; e si crede che ne debba essere molto ricca, ma è di gente che non è stata ancor conquistata, e la contrada è molto aspra e molto intricata d'alberi e di palmeti e boschi, per quello che io n'ho visto presso la riviera del mare, e per quanto se ne vede costeggiandola. Ma, come ho detto, di questa materia de' fonti se ne dirà molto piú ne' libri che si scriveranno delle cose di terra ferma.
Della naturale e generale istoria dell'Indie, dove si tratta dell'agricoltura.
Libro settimo
Proemio
Poiché ha piaciuto a Dio di condurmi a tempo che io possa occuparmi nella particolare relazione delle cose, delle quali si può fare secondo le spezie loro volume, perché con la loro materia si possano i lettori recreare, voglio in questo settimo libro ragionare della agricoltura, e dire che sorte di pane e di principale sostentamento per la vita avevano e hanno gl'Indiani di questa isola, per mezzo della industria ed esercizio loro.
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