E perché di questo pane ve ne è di due sorte, e l'una assai differente dall'altra, dirò d'amendue, e a qual modo si semina e raccoglie, e come ne fanno poi il pane, e che proprietà ha. Dirò medesimamente d'alcune piante e legumi, e d'altre cose che queste genti coltivano per loro uso. E si dirà anco d'alcune altre provisioni necessarie alla vita che a questo proposito sono, accioché molte cose che in questo e ne' seguenti libri si tratteranno non sia bisogno poi replicare altrove, nella seconda e terza parte di questa naturale istoria, dove si ragionerà delle cose di terra ferma; sí perché non mi stanchi io, replicando molte volte una stessa cosa, sí anco perché il lettore non se ne stomachi e fastidisca.
Poiché quello che tocca al governo non è quello che principalmente mi s'ordina e comanda che io scriva, né Sua Maestà vuole da me saperlo, avendo nel suo reale consiglio delle Indie cosí grandi e segnalati signori che ne la fanno avisata, insieme col reverendissimo cardinale il vescovo di Ciguenza, suo confessore e presidente del medesimo consiglio (benché, mentre Sua Maestà è stata fuori di Spagna, ne è stato ed è presidente l'illustre signor don Garzia Mauriche conte d'Osorno); e di piú di tutti questi n'ha del continovo avisi da molti dotti e nobili cavalieri, deputati al governo di varii luoghi di queste Indie. E s'io ho qui detto cosa alcuna de' governi e de' governatori, per fare andare ordinata questa mia istoria, non già per questo resterò di riferire l'altre cose, che fanno al proposito della proprietà e fertilità e novità di queste terre.
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