E poiché s'è detto de' riti e cerimonie e idolatrie e altri vizii degl'Indiani, ragionerò in questo settimo delle lor vettovaglie e cose appertinenti alla agricoltura. E doppo questo seguiranno altri libri particolari degli animali terrestri e degli acquatici, e degli uccelli e degli animali insetti, e degli alberi fruttiferi e selvaggi, e de' medicinali e delle erbe e delle piante, e finalmente di tutto quello che io nel proemio principale o primo libro ho promesso di dire; perché questo che seguirà è quello che piú fa al proposito della ammirazione di cosí nuova e pellegrina istoria.
Del pane degl'Indiani, chiamato maiz, e come questo frumento si semina e raccoglie,
con altre cose a questo proposito.
Cap. I.
La maniera del pane degl'Indiani in questa isola Spagnuola è di due sorte, assai l'una dall'altra distante, e se ne servono communemente nella maggior parte di tutte queste isole e di terra ferma; onde, per non replicarlo altramente appresso, ne ragionerò qui, e dirò che cosa è questo cibo che chiamano maiz e quello che chiamano cazabi. Il maiz è grano, ma il cazabi si fa di radici e di certa pianta che chiamano iuca. Nel seminare il maiz tengono gl'Indiani questo ordine: nasce il maiz in certe canne che gettano e pullulano certe mazzocche d'un palmo, e maggiori e minori, ma grosse quanto è il pugno del braccio o meno, e sono piene di granelli grossi come ceci, ma non tondi del tutto; e quando vogliono seminarlo tagliano il bosco o il canneto, perché il terreno dove nasce solamente erba non è cosí fertile come è quello dove sono canneti e alberi.
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