Ed è un gentil frutto per li cristiani, i quali nol mangiano per ordinario ma quando piú lor piace, perché arrostiti e con vino sono dopo cena assai cordiali, e cotti nel pignatto sono anco buoni; e ne fanno le donne di Castiglia ottime vivande, e ancora lo friggono, tale che fuori anco di queste Indie si terrebbono per buoni. Sono di buona digestione, benché alquanto ventosi, e vi nascono cosí grandi che ne pesano alcuni due e tre e quattro libre e piú; e come ho detto sono nel generale maggiori che le rape di Castiglia, e hanno dalla parte di fuori una scorza bianca, e alcuni la hanno leonata, e piú grossicella alquanto di quella delle rape, e tagliandoli per mezzo crudi si somigliano alle rape nella carne loro.
Della pianta delle batate, che è un altro gran cibo che gl'Indiani hanno, e come si pastina e raccoglie, e come lo conciano per mangiare.
Cap. IIII.
Le batate sono un gran cibo per gl'Indiani, cosí in questa isola Spagnuola come nelle altre, ed è un de' piú preziosi frutti che essi mangino, e si somigliano molto agli ages, ma nel sapore sono migliori; benché a me paia tutta una cosa, cosí nella vista e nel coltivarli come nel sapore, salvo che queste batate sono un piú delicato frutto e cibo, e sono piú saporose e hanno piú sottile il cuoio; e una batata curata e concia non è altro che una torta marzapane che si fa di zuccaro e di mandorle, e di miglior gusto anco. Si pastinano sopra monticelli di terreno, nel modo che si fa della iuca e degli ages, e stanno ad essere mature e a potersi cogliere per mangiarsi tre e quattro e cinque e sei mesi al piú tardo, secondo che è fertile e no il terreno; ma le piú tarde non passano sei mesi.
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