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      Questa è una erba che si stende e sparge i suoi rami; e pastinano la pianta stessa di lei, come ho già detto degli ages e delle batate. Il suo frutto appresso terra è bianco, e cosí grosso quanto grossi dattoli, ed è alquanto maggiore e minore; e ognun di questi frutti sta come attaccato ad una sottile verghetta che dal ramo pende. Gl'Indiani cuocono questi frutti, e se ne veggono ora le piace piene, perché li portano a vendere cotti; e toltone la scorza di sopra restano dentro assai bianchi e sono di buon sapore. Non ho visto in Spagna né in altro luogo frutto con sapore che io sapesse comparare a questi lirenes, perché nel vero sono assai saporosi. E ne sono assai in questa isola Spagnuola e in terra ferma e in molte altre parti di queste Indie.
     
     
      Del frutto iaiama, del quale ne sono anco due altre spezie, chiamate l'una boniama e l'altra aiagua, che s'assomigliano nella forma alle pigne de' cristiani.
      Cap. XIII.
     
      Sono in questa isola Spagnuola certi cardi, ognun de' quali ha una pigna, che è un de' piú bei frutti che io abbia veduto in tutte le parti d'Europa dove io sono stato, ancorché vi si pongano i miglieruoli, le pere moscatelle, e tutti quei frutti eccellenti che il re Ferrando, primo di tal nome, in Napoli fece piantare ne' suoi giardini di Poggio Reale, del Paradiso e del Barco, di Schiavaonia del duca Ercole di Ferrara, posta in quella isola del Po, o quelli che si vedevano nel giardino portatile in carrettoni del signor Ludovico duca di Milano, nel quale si faceva portare fino in camera e a tavola gli alberi carichi di frutti.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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