Pagina (760/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E una pigna di queste sola che stia in casa, fa odorare tutta la camera nel modo che s'è detto. Al gusto è migliore che non è il melocotogno, ed è piú sugoso. Si monda intorno e se ne fanno le fette o tagliate ritonde o come piú al trinciante piace, perché e per lo lungo e per lo traverso ha buono e gentil taglio.
      In tutte queste isole questo frutto si trova, e perché hanno gl'Indiani diverse lingue, con diversi nomi lo chiamano, massimamente in terra ferma, dove in venti o trenta leghe accade d'esservi quattro o cinque linguaggi. E questa è una delle cagioni principali perché in quelle parti, fra genti cosí barbare, i pochi cristiani si mantenghino.
      Ma lasciamo questo per dirlo al suo luogo, e ritorniamo a questi frutti delle pigne, il qual nome le diedero i cristiani perché ad un certo modo le si somigliano. Ma queste delle Indie delle quali parliamo, sono assai piú belle delle pigne d'Europa, e non hanno quella durezza che in quelle di Castiglia si vede, le quali non sono altro che un legno o quasi legno, là dove queste altre di qua si tagliano con un coltello come si fa d'un mellone o a fette tonde, avendole tolto prima quella scorza che sta a modo di squame rilevate, le quali le fanno parere come pigne. Ma non s'approno già né si dividono per quelle giunture delle squame, come si fa delle pigne dure onde si cavano i pignoli. Certo che, come fra gli uccelli la natura studiò molto nell'abbellire e fare vaghe le piume del pavone, come nella nostra Europa si vede, cosí studiò in comporre la bellezza di questo frutto piú che di niuno degli altri che io abbia visto, né posso pensare che nel mondo se ne truovi un altro piú vago.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Indie Europa Castiglia Europa