Io ho portato da Toledo ossa di persiche, di melicotogni, di albercoche, di prune di frati, di brisciole, di ciregie e di pignoli, e gli ho fatti tutti seminare e piantare in diverse parti e poderi, e niuno n'apprese mai. Scrive Plinio nel 6 capitolo del 12 libro, che nell'India le olive sono sterili e non producono altro frutto di quello che si facciano l'olive selvagge; in tanto che l'olive nostre di questa isola sono piú sterili di quelle dell'India che Plinio dice, perché, se quelle producono il frutto delle olive selvagge, queste non producono altro che frondi e frutto niuno.
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Qui è un frutto che lo chiamano platano, però nel vero questo non è né albero né il vero platano, ma è una certa pianta che in queste Indie non vi era, ma vi fu portata, e con questo improprio nome di platano vi restò. Si pianta una volta e non piú, perché d'una pianta se ne moltiplicano molte e in grandissima copia vi aumentano, percioché, quando il piú anticono platano ha gettati tre o quattro o sei o piú rampolli e figli intorno, produce un grappo e frutto; il quale poi tagliano e colgono, e tosto quella pianta che lo produsse si secca. E perché non impacci né tardi a seccarsi, quando tagliano il frutto troncano anco il troncon della pianta, perché non produce altro frutto né è d'altro giovamento alcuno, anzi tosto perde ogni sua virtú; ma vi restano i suoi figli e rampolli intorno.
Ho detto di sopra che questi non sono platani, perché la forma del platano, secondo che se ne legge, è assai da questa pianta differente e di altra maniera.
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