Ho anco udito dire che nella città d'Almeria, nel regno di Granata, vi siano medesimamente; ma per quello che io n'ho inteso da persone degne di fede, io credo che questo frutto sia di levante e dell'India orientale, che questa informazione n'ho da mercadanti genovesi, italiani e greci che sono in quelle parti stati: e mi dicono che questo frutto non solamente si trova in India dell'Oriente, ma copiosamente anco nell'Egitto e spezialmente nella città d'Alessandria, e che lo chiamano muse. Pietro Martire medesimamente, nella sua settima deca le chiama muse, perché egli vidde in Alessandria questo frutto, e dice che non sono platani. E in effetto non può niuno con verità dire altra cosa. Lodovico di Vartema, bolognese, nel suo itinerario scrive che in Calicut questo frutto si ritrova, e che lo chiamano melapolanda; ma dice che non sono queste piante piú alte che un uomo o poco piú. Nel resto le descrive come io descritte l'ho, ma dice di piú che sono di tre maniere, l'una chiamata ciancapalon, l'altra e migliore gadelapalon, la terza dice che non è tale. Anche io dico che in questa isola non sono questi frutti tutti d'una bontà, perché alcuni ne sono migliori e piú saporosi che gli altri; ma questo può procedere dalla disposizione del terreno, come accade in tutti gli altri frutti in Spagna e in altri luoghi, perché il terreno sterile fa imbastardire i frutti.
E perché ho detto di sopra che non sono veri platani, lo tengo io per certo, perché Plinio dice che gli alberi de' platani furono portati in Italia e per lo mare Ionio vennero nell'isole Diomedee, e indi in Sicilia e di Sicilia in Italia.
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