Il frutto che questo albero produce è buono e di gentil sapore e odore, ed è come picciole prune e gialletto; ma ha l'osso assai grande, secondo la proporzione del frutto, perché vi ha poco che mangiare, ed è molto dannoso a' denti quando si continova a mangiarsi, per cagione d'alcune come schienze che hanno seco l'ossa attaccate; onde di necessità, quando vuole l'uomo distaccare co' denti il buono di questo frutto dall'osso, se ne vengono a dare nelle gengive. Ma egli è un sano cibo e di buona digestione, e ancorché se ne mangino molti si mangia poco. I rampolli teneri o broccoli di questo albero si cuocuono con acqua, e questa decozione è poi ottima per fare la barba e per lavare le gambe, e ha un gentile odore. La decozione delle scorze di questo albero, lavandovisi le gambe, toglie la stanchezza ed è un salutifero bagno. Quando in campagna hanno le genti bisogno di dormire, sempre cercano di farlo sotto l'obo, perché la sua ombra non dà gravezza né dolor di testa, come sogliono molti altri alberi fare. E cosí quelli che vanno alla guerra, come quelli che vanno con li bestiami o che camminano di viaggio, sempre cercano questi alberi per attaccarvi i loro letti o per dormirvi sotto. Questi frutti hanno fra sé nel sapore qualche differenza, perché ne sono alcuni dolci, alcuni alquanto agri.
Dicono alcuni (fra li quali lo scrive Pietro Martire) che questo albero e frutti sono mirobalani: e questi sono quelli a' quali questo autore dà tal nome. Ma s'ingannò. I nostri medici e aromatarii (che ne sono qui passate segnalate e discrete persone, come il licenziado Bezerra, il licenziado Barreda e 'l dottor messer Codro italiano e altri) non hanno mai detto né pensato che questi frutti siano mirobalani, né spezie alcuna loro, perché in effetto non sono.
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Pietro Martire Bezerra Barreda Codro
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