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      Questo è un buon frutto a mangiare, quando è maturo e stagionato, e se ne cava una acqua assai chiara, con la quale gl'Indiani e le Indiane si lavano le gambe e alle volte tutta la persona, quando si sentono le carni deboli per la stanchezza. E per loro piacere medesimamente con questa acqua si dipingono, che, di piú che l'ha virtú d'astringere, ritorna a poco a poco ciò che ella bagna e tocca nero come un fino ebano; e questo colore per cosa alcuna non si può togliere prima che passino quindeci o venti giorni o piú. E molte volte, se ne tingono l'ungie e vi si lascia questa acqua asciugare, non lasciano mai quel nero finché si mutino, tagliandole a poco a poco come elle vanno crescendo. Il che io ho alcuna volta provato, perché noi anco siamo andati in terra ferma guerreggiando o travagliando, e per cagione de' molti fiumi che si passano è molto la xagua utile per le gambe, perché, come ho detto, astringe.
      Si sogliono fare delle burle a donne con questa acqua, spruzzandone lor nel viso, ma mischiata con altre acque odorifere, perché elle non se ne accorgono; perché indi a poco tempo salgono lor su la carne piú nei o nuvolette di quelle che non vorrebbono. E colei che non sa il secreto, cioè onde queste macchie si nascono, ne monta tosto in affanno e pensiero di ritrovarvi rimedii. Ma tutti i rimedii vi sono dannosi, e atti piú tosto a bruciare e scorticare loro il viso e 'l petto che a guarirle di quelle macchie, finché passino li venti dí, che (come s'è detto di sopra) a poco a poco da se stessa quella tintura se ne vada.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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