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      Ma in due cose sole sono differenti e vari: la prima è che l'anon ha il frutto assai piú picciolo, e l'altra che il frutto dell'anon al gusto mio ha miglior sapore, ancorché io senta da alcuni contradirmi, o perché essi hanno piú vivo il gusto di me, e con piú appetito e voglia lo gustano, o l'hanno essi per aventura piú aspero di me. È bene il vero che io son stato sempre piú amico delle frutte che della carne e delle altre cose simili. Non dipingo questo frutto altramente, perché ha le medesime fattezze che ha la guanabana, salvo che la guanabana è verde e l'anon è giallo; ma hanno le medesime squamme ed è un medesimo mangiare, benché al parer mio l'anon non sia cosí aquoso, ma alquanto piú denso e di miglior gusto, come ho detto, s'io non m'inganno. Il legno dell'anon è come quello del guanabano, e dell'uno e dell'altro facevano e fanno gran conto gl'Indiani ne' lor luoghi e poderi, e in gran pregio gli hanno.
     
     
      Dell'albero chiamato guaiabo, e del suo frutto.
      Cap. XIX.
     
      Il guaiabo è un comune albero in questa e nelle altre isole e in terra ferma, ed è molto stimato ed è di buoni frutti e legno. Di questi alberi ne sono qui una copia infinita selvaggi, ma sono minori di quelli che si coltivano, e gl'Indiani hanno molta cura di coltivarli. Sono questi alberi cosí grandi come quelli delli naranci o melangole; ma hanno piú rari e piú sparsi i rami e non cosí verdi le foglie, ma della fattezza che sono quelle del lauro, benché alquanto piú larghe e piú grosse e con le vene piú rilevate.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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