Pagina (794/1260)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si ritrovano anco per li boschi questi alberi, ma quelli che sono selvaggi sono piccioli e il frutto anco mediocre. Ve ne sono alcuni di questi alberi che il fior loro odora come quello del gelsomino o meglio, e si somiglia questo fiore a quello del zaharo, ma non è cosí grosso. Gl'Indiani piantano questi alberi ne' lor poderi, e il medesimo fanno i cristiani. Ma chi non è avezzo a mangiare di questo frutto non ne resterà molto sodisfatto finché nol continova, per cagione de' granelli, che bisogna che s'avezzi l'uomo a inghiottire, come si fa anco nell'altre difficultà e travagli di questi luoghi; ma in effetto questi sono buoni frutti. Questi alberi presto invecchiano e van via, perché in cinque o sei anni son vecchi, e ce lo insegna il frutto, che ogni anno si fa minore e si diminuisce nella grandezza; e il sapore anco si va peggiorando e si fa piú aspero. E però si vogliono sempre riporre e pastinare degli altri nuovi guaiabi, e in buono terreno, perché questo albero meglio che niuno altro riconosce il buon terreno, e nelle terre leggiere rade volte vi fanno bene.
     
     
      Dell'albero del mamei e del suo frutto, chiamato del medesimo nome.
      Cap. XX.
     
      Il mamei è un de' belli alberi che possa avere il mondo, perché son grandi alberi e con molti rami e vaghe foglie, e sono copputi e verdi e freschi, e cosí grandi come sono i grandi alberi delle noci di Spagna, benché co' rami piú in sé raccolti e non cosí sparsi. La grandezza della sua fronde è quanto quella delle noci e piú, perché è lunga un palmo e il lato è a proporzione del lungo; ed è fatta nel modo che qui lineata si vede, ed è piú verde da una banda che dall'altra, ed è piú grossa che quella della noce.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani Spagna