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      E io lo tengo per gran cosa, poiché lo temprai con acqua chiara e senza gomma o altra diligenzia, come sogliono i pittori fare nel temprare i loro colori prima che li lavorino. Questo albero si somiglia molto nelle foglie alli cardi, i quali in questa città pongono su le mura de' cortili delle case, o sono le foglie sue come quelle delle tune, che sono questi stessi cardi, come nel 25 capitolo dell'ottavo libro si disse. Il maggiore albero di questi non cresce piú in alto che due volte tanto, o poco piú, di quello che è la statura d'un uomo.
     
      [vedi figur_25.gif]
     
      Il colore del troncone è berrettino aspero, e i rami medesimamente, ma i loro estremi, che sono le foglie, stanno alquanto verdi, e ne nascono alcune per lo traverso, dove si vuole di nuovo nella medesima foglia principiare un altro ramo. Ma, come ho detto, tutte le foglie sono spinose assai, come le tune, e i rami medesimamente. Ma io qui disegnerò, se saprò fare, la forma di questo albore, perché si possa meglio quello che ne ho detto comprendere e considerare. E, quando questo non basterà, dico che chi da questa città di San Domenico andrà alla terra di Iaguana, che è verso ponente in questa isola, troverà nella strada reale che farà molti di questi alberi, e v'ha da passare necessariamente da presso, senza potere fuggirli, prima che giunga alle campagne del porto del fiume Hatibonico; e indi venendosi a questa città, se ne ritrovano in molti luoghi.
     
     
      Dell'albero chiamato guaiacan, col quale si cura il mal francese.
      Cap.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





San Domenico Iaguana Hatibonico