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      Gl'Indiani chiamano questo albero goaconax, ed è come una teda nell'accendersi. Onde, perché arde volentieri, vanno gl'Indiani di notte a pescare con tizoni di queste legne, e nel romperle ne esce un buono odore; ma non odora già agl'Indiani, che anzi questo odore aborriscono. Per li boschi di queste isole e di terra ferma vi ha gran quantità di questi alberi, né ve ne è minor numero che si sia in Spagna quel delle quercie o dei pini.
      Lo secreto di questo liquore, che qui chiamano balsamo (non essendo), e che si fa dall'albero che s'è detto, si publicò in nome di Antonio di Villa Santa, già cittadino di questa città di S. Domenico, che, secondo che io ho udito dire d'alcuni, lo ritrovò e lo seppe da sua moglie, che è Indiana e nata in questa isola. Alcuni altri dicono che colui che insegnò questo liquore fu un medico italiano, gran filosofo, chiamato Codro, che nel 1515 passò in queste Indie, e io lo viddi e conobbi in questa città. Ma poi morí in terra ferma, nella costiera del mare australe, presso l'isole di Zorobaro e del porto di Punuba. Era uomo nel vero di gran lettere, di umanità, e molto savio ed esperto nelle cose naturali, e che avea camminato una gran parte del mondo; e il desiderio che ebbe di vedere queste Indie vel condusse a morirvi. Ma sia chi si voglia l'inventore di questo balsamo artificiale, colui che lo publicò e ne ebbe il primo utile fu questo Antonio di Villa Santa, al quale per questo rispetto la maestà cesarea dell'imperatore nostro fece alcuni privilegii.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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