Queste cose di medicina, secondo l'opinione mia, sono tutte dubbiose. Io voglio in tutte le cose accostarmi con Plinio, il quale, ragionando della medicina e de' suoi secreti, dice che la calamita tira a sé il ferro, la quale virtú gliela fa perdere l'aglio, e che il sangue del becco spezza il diamante, il quale da niuna altra forza può essere vinto. Dice in un altro luogo che non ha la natura cosa alcuna produtta senza qualche occulta causa. Il che si dee credere che cosí sia, per quello che ogni giorno si vede nelle cose che si esperimentano, perché molte di quelle che prima occorra il bisogno si dispregiano, quando s'oprano nelle necessità si vede poi che alcune ne tolgono il dolore, altre mitigano il calore, altre sedano la sete, e cosí opra nell'infermo tal rimedio che pongono sforzo nella persona e ricuperano la vita. Chi ritrovò cosí nascosi secreti, come sono quelli che Plinio qui di sopra diceva, e che ad una cosí eccellente e maravigliosa pietra quanto è la calamita (senza la quale andrebbono per il mare i marinai come ciechi) una cosí vil cosa come è l'aglio gli faccia forza? Chi accertò cosí maraviglioso secreto e cosí ascosa proprietà di natura, che il sangue d'un cosí vile animale come è il becco spezzasse cosí preziosa e indomita gioia quale è il diamante, al quale né il fuoco né altro elemento nuoce? Tutte queste cose penso io che si accertassero a caso, e per voler divino e col tempo. E cosí sono d'opinione che questo che chiamano balsamo (che se bene non è, è un buon liquore), come s'è ritrovato a caso, cosí con l'esperienzia di coloro che l'oprano sarebbe salutifero, apprehendosi col tempo in che quantità si ha da dare e a che complessioni o nature; e non ne averrebbe alcun danno, come veggiamo che ne avviene dalle melelle, con le quali alcuni si purgano in questi luoghi, e che ad alcuni giovano, ad alcuni altri nuociono.
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Plinio Plinio
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