Perché io in effetto ritrovo che un sarto, prima che apprenda il suo mestiero, rompe e perde molti aghi, e, quello che è peggio, guasta anco alcune vesti; e un uomo d'arme, prima che si adestri, cade molte volte e perde molte lancie e altre di traverso ne rompe. Ma il sarto paga quello che rubba o guasta, e l'uomo d'arme col suo proprio pericolo impara, là dove un medico, prima che sappia curare e si possa chiamare maestro, è peggiore che una pestilenzia; perché, s'alcuno dà un buffetto ad un altro, gli è tosto fatta tagliare la mano, e secondo il delitto la giustizia fa a tutti esequire il castigo; ma nella medicina non vi ha la giustizia gli occhi, e ogni suo rigore vi tace, poiché vediamo che un medico o un chirurgico, ancorché uccidono molti, non ne hanno pena né castigo, anzi ne sono perciò anco pagati.
Io mi sono intertenuto alquanto in questo albero, del quale fanno il balsamo artificiale; e assai piú ne averei potuto io dire, per quel che io ne sono stato informato e per quello che n'ho visto degli effetti suoi in giovare e in nuocere; ma non voglio che niuno per le mie parole si curi, né cerco credito in medicina, poiché non la ho studiata mai, né è mia professione. Del vero balsamo Plinio e molti altri auttori ne hanno scritto, e non bisogna qui ragionarne, poiché gli effetti del buon balsamo sono assai remoti, e differenti da quelli che questo liquore artificiale fa, secondo che noi vediamo che molti l'oprano.
De' pometti come avellane per purgare.
Cap. IIII.
Pare chiarissima contradizione chiamare questo albero pometto e produrre poi avellane, poiché l'albero col nome del frutto discorda: ma questi sono errori del vulgo, e perché i primi cristiani che in questi luoghi passarono chiamarono pomettino questo albero, s'è poi con questo improprio nome restato; perché produce avellane, o un frutto che molto all'avellane s'assomiglia, doppo che mondate sono.
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Plinio
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