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      Ma, parlando piú particolarmente di questo liquore, dico che a questo modo si fa. Questa è una pianta che da se stessa nasce, senza essere dalla industria degli uomini aiutata, e se ne trova gran quantità, e cresce tanto che pare albero, perché va tanto in su quanto è una volta e mezza o due alto un uomo; e ha gli suoi gambi o fusticelli berrettini, e le foglie verdi e grosse e ample, e dalla parte di dentro sono piú verdi che dalla parte di fuori (chiamo la parte di fuori quella che ha piú rilevato il nervo che va, per mezzo della foglia, dal capo al piè). E il pidicino dove si sostiene la foglia non è verde ma è quasi rosso, e le foglie sono in qualche parte di loro illustrate d'una rossezza paonazza. Il suo frutto sono certi raspi lunghi quanto una mano coi deti stesi, e pieni di certe uve e granelli grandi poco men di pallotte di schiopetto, e rari alquanto e sparsi, e non densi come veggiamo essere le uve ne' graspi loro. Questi granelli di questa pianta stanno verdi e in qualche punto un poco rossi, nel modo che ho detto che sia il colore de' pidicini delle foglie; e quando maturano si vanno piú arrossando, e quando sono ben maturi stanno quasi paonazzi oscuri. Ora, prendono le cime tenerelle di questa pianta, e alcuni insieme con queste cime prendono anco questi graspi e granelli, e ne fanno pezzi, e cuocono ogni cosa in acqua finché manchi per metà e piú e piú anco, finché diventi spesso come un vin cotto o come un mele. Poi lo lasciano apposare e se ne servono nelle piaghe e nelle isgarrature, ancorché vi manchi carne nella ferita; perché vi stagna tosto il sangue e cura maravigliosamente le piaghe.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260