Se ne trova gran quantità in questa isola, e per le campagne e per li poderi e per dentro questa città anco: io dico che se ne ritrova tanta copia quanto di qual si voglia altra erba, ancorché diciamo quanto delle porcellane, che non si può piú dire per la gran quantità che di loro qui si trovano.
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Questa erba della quale parliamo, ha molte foglie larghe e aguzze nella punta, e si somigliano a ferri di giannette picciole. Onde pare che vogliano insegnare e accennare per questa via agli uomini che elle sono per curare le ferite di cosí fatti ferri. Sono queste foglie assai sottili e verdi, e nelle punte alquanto paonazze, e gli astili o pidicini, nei quali queste foglie nascono, sono medesimamente paonazzi come le punte delle foglie, benché ve ne siano alcune non aguzze in punta, ma rotonde: ma e queste e quelle hanno la loro estremità di colore posto fra leonato e paonazzo. Questa pianta produce certi fiori rossi, lunghi, e con un fiocco o ciocca come il finocchio; ma sono separati l'uno dall'altro e sono lunghetti e sottili. Quando questa pianta è cresciuta tanto quanto dee crescere, e alto quanto è un uomo e piú, è nel suo operare maravigliosa, perché facilmente e senza passione cura, che pare che l'abbia voluta Iddio insegnare per l'eccellenzia grande che ha in guarire le piaghe, ancora che siano vecchie e di cattiva disposizione, e incancherite o quasi incurabili. E usano il rimedio di questa erba a questo modo. Cuocono un pugno delle cime e delle foglie piú tenere di questa pianta in un bocale d'acqua, e quando veggono che ne sia desiccata e mancata la terza parte, levano il pignato dal fuoco e la lasciano quasi far fredda, e con un panno netto bagnato in questa acqua lavano la piaga molto bene, poi l'asciugano con panni di lino.
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Iddio
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