Tutti questi cani erano muti, di modo che, ancorché fossero battuti o morti, non si lamentavano né gemivano mai, né sapevano abbaiare. Li cristiani che vennero in questa isola col primo admirante, nel secondo viaggio, morendosi di fame e non avendo che mangiare, si mangiarono tutti questi cani. E a questo modo questi cani erano. Ma in terra ferma ve ne ha gran quantità, in alcune provincie dove io gli ho veduti, e ne ho mangiati alcuni, ed è buon mangiare.
Certo che il non abbaiare né gemere di questi cani, essendo lor cosí naturale e proprio, è una cosa assai nuova, avendo rispetto a quelli che in Europa abbiamo. Ma questa e altre diversità fa la natura in varii animali e clima. E come diceva un poeta moderno che io conobbi in Italia, e molto stimato in quel tempo, chiamato Serafino dall'Aquila, in un suo sonetto dove parlava della varietà delle cose naturali: "E per tal variar natura è bella". Sí che in diverse regioni differenti e strane cose si trovano, e in una stessa spezie di animali si producono; percioché, conforme al silenzio di questi cani, dice Plinio che in Cirene sono mute le ranocchie, le quale, portate via da quella contrada ad un'altra, cantano. E nell'isola di Serifo sono mute le cicale, le quali anco, portate in altre provincie, cantano. Ricordandomi io adunque d'aver letto questo, volsi provar se questi cani muti, cavati da quella loro contrada, abbaiassero in un'altra; e cosí cavai un cagnolino di questi dalla provincia di Nicaragua, e lo portai fino alla città di Panama, che è ben 300 leghe l'una provincia lontana dall'altra.
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