Parlo degli Indiani caribi, che questo esercizio fanno.
Della naturale e generale istoria dell'Indie, dove si tratta degli animali aquatici.
Libro decimoterzo
Proemio
Le opere del grande Iddio sono tutte maravigliose, e differenti nelle spezie loro in tutte le parti del mondo, cosí nella varietà della forma come nella grandezza e proporzione loro, e negli effetti e particolari nature medesimamente. Onde, per questa tanta varietà, non ha bastato la diligenzia umana, né le vite degli uomini che in questa contemplazione occupati si sono, a poter del tutto e compiutamente scrivere né sapere tutti gli animali della terra, né tutti i pesci e animali del mare; il perché sempre avranno qualche cosa che dirvi di novo, e quelli che ora ci vivono e quelli che appresso di noi verranno.
Per tanto io in questo decimoterzo libro tratterò degli animali acquatici che in questi mari di queste Indie sono, e spezialmente di questa isola Spagnuola della quale qui si ragiona: perché, cosí in questa materia come nell'altre si fa, seguirò lo stile di Plinio, e se bene non ne parlerò cosí bene come egli, ragionerò nondimeno il vero, e come testimonio di vista nella maggior parte delle cose delle quali qui si farà menzione. E non ho solamente veduti quei pesci che qui dirò, ma n'ho mangiato anco della maggior parte, onde anco col gusto farò qui di queste cose fede.
Delli pesci del mare e dei fiumi, e del modo come gl'Indiani pescano.
Cap. I.
Il cibo piú ordinario degl'Indiani, e al quale essi piú affezionati sono, sono i pesci dei fiumi e del mare; e sono gl'Indiani assai destri ed esperti nelle pescherie e nell'arte del prenderli, perché, come alcuni pescano con canna in Spagna, cosí qui fanno anco costoro, con bastoni sottili e pieghevoli e con corde anco e bollettini, e con treccie di cottone assai ben fatte.
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