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      Questi pesci si ritrovano i piú piccioli come una picciola ape, e i piú grandi come grosse sardelle. Quando le navi corrono al loro viaggio e vanno alla vela, questi pesci s'alzano su dal mare a schiere grandi e picciole, e da questa parte e da quella, ed è il loro numero infinito; e accade che d'un volo vanno a cadere per uno spazio di 200 passi, e piú e meno, e talora aviene che dentro le navi stesse cadono; e io n'ho tenuti vivi in mano e n'ho mangiati, e sono buoni pesci al sapore, salvo ch'hanno molte spine sottilissime. Presso le mascelle o poco piú in giú nascono loro due ale sottili, e della forma di quelle con le quali natano nei fiumi i pesci e barbi dei fiumi; ma sono cosí lunghe quanto è tutto il pesce stesso, e con queste ale volano. E mentre che queste ali s'asciugano nell'aere, quando a quel modo dall'acqua s'alzano, dura il volo; perché, tosto che quelle asciutte sono (che al piú è quello spazio che s'è detto), cadono i pesci nell'acqua, e si ritornano tosto a levare su di nuovo e a fare l'istesso, o pure si restano sotto acqua e non piú volano.
      Questo è un buon pesce a mangiare, ancorché (come s'è detto) molte spine abbia; ma sono cosí sottili che, se ben se ne inghiotte alcuna, non fa male né impedisce molto. Ed è d'assai buon sapore e ha la testa rotonda alquanto, e il colore della schiena è come azurro, o del colore ceruleo del mare quando sta il cielo chiaro e sereno. E questo è quando questi pesci sono presso terra ferma, perché quelli che piú ingolfati nel mare si trovano non sono cosí azurri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260