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      Si potrebbono qui dire molte altre cose d'altri pesci, e delli granchi anco e delle loro molte differenzie, e delle lagoste che sono medesimamente in questa isola, ma, perché sono cose comuni a tutti gli altri luoghi di queste Indie, non le dico qui; e medesimamente perché li granchi, ancorché siano d'acqua, ve ne sono anco di terra in queste parti, e vi è molto che dire di loro. Non ragiono né anco qui delle perle, poiché, ancorché in questa città e isola vi se ne porti gran quantità, non si pescano però come si fa in certe altre isole picciole, nella costiera di terra ferma e in altre parti; e medesimamente perché questa materia delle perle tocca all'isola di Cubagua, della quale si tratterà nel decimonono libro. E cosí per quando sarà tempo a dirne la lascio.
     
     
      Delle rane e rospi, e come gl'Indiani li mangiano.
      Cap. XI.
     
      Aveva determinato di non parlare in questo libro delle botte né delle rane, e pensava porle con altre spezie d'animali. Ma poi, pensando che né anco in Spagna si rifiuta il mangiare delle ranocchie, anzi fino alla tavola dell'imperatore nostro vanno, mi è paruto conveniente non negare a questo animaletto il suo titolo, e porlo appresso a cosí eccellenti pesci come è il manati, con gli altri che si son detti. Credo che alle ranocchie si desse primieramente questa autorità da Mercurino, gran cancelliero di Sua Maestà, perché io udii dire nella città di Vittoria, nel 1524, dal medesimo Mercurino, col quale in venerdí mangiava il signor don Ferrando d'Aragona duca di Calabria, e venne loro a tavola un piatto di ranocchie acconcie, che esso ne aveva la settimana innanzi mandato un altro piatto all'imperatore; e che gli era stato riferito che gli erano piaciute assai, e che perciò pensava di non dovergliene mandare piú, perché non voleva che, se per altra cagione si fosse Sua Maestà infermato, ne fosse data alle sue rane la colpa.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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