Hanno nel petto la piuma bianca, e quando volano portano raccolto in sé il collo, e il becco cosí ristretto col corpo che pare che non abbiano collo. In effetto, quando questo uccello sta in terra e stende il collo, si somiglia molto ad un grande uccello che io viddi in Fiandra in Brussella, nel palagio dell'imperatore, nel 1516. E mi ricordo che lo chiamavano haina. Un dí, stando Sua Maestà mangiando in sala, portarono in presenzia di lei a mangiare a quello uccello certi pesci vivi dentro una caldiera d'acqua, e esso li mangiò e inghiottí cosí interi, come sogliono questi alcatrazi fare di quello che prendono e mangiano. Io credo che quello uccello che io viddi in Fiandra fosse di mare, e aveva i piedi e tutto il resto come questi alcatrazi l'hanno, salvo che non aveva la boccia che io dico che hanno qui questi uccelli. Però quello era maggiore di questi, e di piú bella piuma e di maggior becco, ma non tanto l'apriva perché, come ho detto, non avea questa boccia.
Questi alcatrazi di qua quando volano se ne vanno su in alto, e perché hanno buonissima vista si lasciano cadere giú nel mare, dove veggono il pesce, con l'ale ristrette, di modo che, del gran colpo che vi danno, ne salta molta acqua in su. Egli prende il pesce e tosto ritorna sopra l'acqua, e fermandosi ivi l'inghiotte intiero; e poi ritorna a volare su in alto, e fa molte altre volte il medesimo, e cosí va pescando nelle costiere e ne' fiumi, presso dove scarcano in mare. E nel fiume di questa città se ne veggono ogni dí molti presso la riva, e cosí presso che pochi dí sono che un scudiero di quelli che io qui tengo in guardia di questa fortezza di San Domenico, e che è un buon balestriero, tirò ad un alcatraze di questi de' quali parlo da dentro questa casa e gli ruppe un'ala, mentre che stava posto in uno scoglio a piè della fortezza.
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