Ora ragionerò delle vespe, perché in questa isola ne sono molte e cattive e velenose, e danno molto dolore quando pungono. Se ne veggono molte per li campi e per li boschi negli alberi, e sono come quelle di Castiglia e alquanto maggiori, e nell'ale sopra il giallo hanno verso la punta un poco di color leonato. Queste fanno i lor vespai e nidi negli alberi, ma non vi fanno né cera né mele, ma cosí secchi come li fanno in Spagna e in ogni altro luogo dove siano vespe. I crabroni o scarafoni fanno le loro celle e nidi (come Plinio dice) sotto la terra, e di questi nidi se ne veggono molti in questa isola; e il dolore che fanno le punture di questi crabroni sono maggiori assai di quelli che l'altre vespe fanno.
Vi sono qui mosche di molte maniere, e di quelle di Spagna, che ve ne solevano essere pochissime o nulle, già ve ne sono molte, benché non tante quante in Spagna: ma sono piú fastidiose e noiose e piú forte mordono. Ve ne sono anco certe altre piú picciole, le quali però non vi sono d'ogni tempo come l'altre già dette. Vi sono certe altre mosche che vanno per gli alberi e per la campagna, alcune verdi e picciole, e altre di tante sorti e cosí differenziate, che è una cosa che non se ne verrebbe mai a capo scrivendole. Ma fra l'altre vi sono certe mosche verdi e dipinte, grosse come una vespa, e fanno i lor nidi in terra, perché fanno certi buchi nel terreno, cavandovi con le braccia dinanzi e gittando co' piè di dietro la terra che cavano. Di queste ne sono molte in questa città di San Domenico per li cortili delle case, perché, essendovi il terreno quasi arenoso, vi possono fare facilmente il lavoro che io dico.
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