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      Ritorniamo a questi animali che si generano nel legno, che non è picciolo morbo né poca calamità in queste parti; e questi tali vermi sogliono chiamare broma, ma quelli spezialmente che ne' legni delle navi si generano, dalla coperta in giú e dove tocca l'acqua. E di modo vi mangiano e corrodono che chi no 'l vede no 'l può credere né dirne tanto, ma io ne parlerò come testimonio di vista, e come di cosa che qui è molto ordinaria e comune. Dicono alcuni che questo verme viene dall'acqua e se ne entra nelle navi, altri credono che nel proprio legno si generi. E questo io piú credo, e che la umidità dell'acqua e la disposizione del legno e la potenzia del sole siano quelli che col tempo questo verme naturalmente in queste parti generino, perché questo istesso si vede anco avvenire nelle botte e vasi di legno dove tengono o acqua o vino. Il caso è che, comunque questo verme si generi, è assai picciolo e come un sottilissimo filo di seta, e poi col rodere si fa cosí grosso come un deto, e tanto ben s'oprano che riducono le tavole come un favo di pecchie o come una spogna tutta smagnata, di modo che, quando si pongono poi in mare le navi, vi anniegano: e si sono spesse volte perduti co' vasselli per questa via i marinari con altre genti. E questa cosa è molto ordinaria, e la vediamo piú spesso accadere di quello che vorremmo.
      Di questa spezie è il tarlo, corrodendo il legno ne fa polvere, e lo pertugia da banda a banda e lo guasta e rovina affatto: il che è assai noto e chiaro per tutto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260