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      Diego gli tagliò in un momento le corde con che legato si stava, e gli disse: "Fa' che tu sia uomo, e fa' come vedi a me fare". E tosto cominciò con una spada e una rotella a dare nel mezzo di piú di 300 Indiani, ammazzando e ferendo con tanto ardimento che parea ch'avesse alle spalle altretanti cristiani in suo favore. Egli ne fece tanta strage che, ancorché coloro fossero uomini da guerra, lo lasciarono loro mal grado andar via col giovanetto sciolto. Il Salazar ferí malamente un capitano della casa stessa dove questo passò, e fu cagione di fare molto sbigottire gli altri e di potere per mezzo di loro, come s'è detto, passare.
      Dapoi che egli si fu molto da quel luogo allontanato, gli mandarono messi dietro, pregandolo che ritornasse, perché l'amavano, per essere cosí valente uomo, e lo volevano contentare e servire il piú che potevano. Udita l'ambasciata, ancorché di gente cosí barbara e selvaggia, deliberò nondimeno di ritornare ad intendere che cosa volevano; ma il compagno, come colui che s'era già veduto in bocca della morte, gli s'inginocchiò dinanzi, pregandolo che per amore di Dio non vi ritornasse, poiché, sapevano che essi due contra tanti non potevano se non morire, e che questo era un tentare Iddio e non mostrare isforzo o valore. Diego di Salazar li rispose: "Scivares, se voi non volete ritornare con meco andatevene in buona ora, che in salvo state, perché io voglio ritornare e vedere che cosa si vogliono questi Indiani, che io non voglio che pensino che per timore lo lascio". Allora il giovane non puoté altro fare che ritornarsi con lui, ancorché di malavoglia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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