Essendo loro da' nostri dimandata dell'acqua, risposero che andassero a prenderla alquanto dentro terra, perché alquanto scostata dal mare era, e mostravano loro il camino per certe picciole viette e sospette. Quando si avidero poi che i cristiani, entrati sospetti, ricusavano d'andare avanti per l'acqua, e s'avidero d'essere scoverti, cominciarono a tirare le loro frezze: i nostri animosamente si difesero, e ammazzarono e ferirono alquanti degli adversarii. Ma perché questi erano molti, furonvi gli Spagnuoli forzati a ritirarsi piú che di passo in barca, e vi restarono venti cristiani morti e piú di trenta altri feriti, fra li quali vi fu ferito il capitan Francesco Hernandes. E se fussero i nostri passati avanti, vi sarebbono tutti restati morti. Il meglio che poteron adunque si ritirarono in nave, con molto travaglio e con la già detta perdita, e se ne ritornarono alla volta dell'isola Fernandina, onde prima partiti s'erano. E questo fu il principio come si discoprí la Nuova Spagna.
Volendo ritornare al governo di Diego Velasco e alle altre cose di Cuba, poco vi è piú da dire di quello che se ne è detto, e che questo governatore Diego, al parer mio, perdette il tempo e la robba che aveva cumulata in questi nuovi discoprimenti, per arrichirne il marchese della Valle don Fernando Cortese, come s'intenderà appresso nel discorso dell'istoria. Ma perché non abbiamo a ritornare un'altra volta alle particolarità di questa isola di Cuba e della sua fertilità, brevemente nel capitolo seguente le toccaremo, poiché la maggior parte di loro si è quasi intesa con quello che si è scritto di sopra di questa isola Spagnuola e di quella di San Giovanni.
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