Qui venne allora un Indiano principale accompagnato da tre altri, e pose ivi una braciera con fuoco e con certi profumi che odoravano molto. Questo Indiano era vecchio e teneva i deti del piede mozzi, e fatti molti profumi agl'idoli che dentro la torre erano, disse ad alta voce, in un tuono piano e uguale, una sua canzone, e diede al capitano e agli altri cristiani una canna per uno in mano, che attaccandovi fuoco ardevano a poco a poco come que' longhi pezzotti di profumo che si fanno, e ne usciva un soavissimo odore. Tosto poi il cappellano che andava con l'armata, chiamato Giovan Dias, disse messa in cima della torre, sopra uno altare che d'una mensa vi fecero, e vi stettero alcuni Indiani presenti e non poco maravigliati, finché fu la messa detta. La quale finita, portarono gl'Indiani al capitano certe galline di quelle dell'isola, che sono grandi come pavoni e di non meno buono gusto, e certi vasi di mele. Il capitano ricevette il presente, e si tirò da parte sotto un portico di pietra che presso a quella torre era, e mandato a far venire di nave alcune cose, fece a coloro dimandare dall'interprete Giuliano se avevano oro, che essi chiamano tachin, e se volevano barattarlo con alcune cose che loro mostrarono. Risposero di sí, e portarono guagnines da porre agli orecchi, con certe patene tonde pure di guanin, e dissero non aver altro oro che quello (sono i guagnines certi pezzi di rame indorati, e se pur vi è oro è pochissimo o nulla).
Il capitano entrò con le genti sue nella terra che ivi presso era, e vi erano case di pietra, ma coverte sopra di paglia; e di questa maniera vi erano altre molte sorti di edificii, alcuni nuovi, altri che mostravano essere antichi e parevano belli.
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