Quel dí, verso il tardi, sorsero, e il capitano smontò con alquante genti in terra per vedere se vi ritrovava acqua, perché erano due o tre giorni che, per non avere acqua, bevevano le genti dell'armata vino: ma non ritrovarono in terra altro che fanghi.
Se ne ritornarono in nave, e il dí seguente navigarono oltre per giungere al popolo di Lazaro, presso al quale giunsero e sorsero a posta di sole. Vedevano di sopra le navi e nella terra e presso il lito molta gente, e tutta la notte udirono gran rumori, come di genti che facessero la guardia e stessero vigilanti, e sentivano sonare tamburi, o trombette che fossero, perché non si poteva discernere che suono si fosse. Quella stessa notte il capitano pose la gente in ponto per saltare in terra prima che fosse dí, al quarto dell'alba, sperando cosí con meno pericolo fare l'effetto. Tutti animosamente e con pronta volontà stettero, aspettando l'ora per dovere isbarcare in terra, quando fosse loro dal capitano dato il segno, perché pensavano dovere menare le mani e l'armi.
Come il capitan Giovan di Grigialva smontò con le genti sue in terra presso al popolo di Lazaro, e delle cose che passarono sopra il prendere dell'acqua per l'armata.
Cap. XII.
Alli ventisei di maggio del 1518, quasi due ore innanzi giorno, il capitano Giovan di Grigialva s'imbarcò nel battello della sua capitana, con la gente che vi puoté capere, e comandò che gli altri capitani dell'altre navi facessero co' loro battelli e gente il somigliante. E cosí smontarono in terra, il piú secreto e senza rumore che fu possibile, e smontarono tre pezzi d'artiglieria, e senza essere sentiti con molto ordine presero terra presso una casa che stava nella riviera del mare.
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Lazaro Giovan Grigialva Lazaro Giovan Grigialva
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