Mostrarono a costoro alcune cose che averebbono con loro barattate, se avevano dell'oro, e donarono anco loro non so che ciancie. Ora gl'Indiani risposero che il caciche ed essi tutti avrebbono avuto piacere di dare loro dell'acqua, ma che, presa che l'avessero, si ritornassero via, e che essi volevano medesimamente essere loro amici, ma non volevano che nella loro terra entrassero. L'interprete per ordine del capitano rispose che cosí si farebbe, e che tosto che avessero presa l'acqua si rimbarcarebbono. Allora quelli pochi Indiani si partirono, e con mano accennavano e chiamavano i cristiani, che lor dietro andassero.
Quella casa che ho detta era bianca e di pietra e bene edificata, e doveva essere oratorio, perché vi erano dentro certi idoli o Cemi che quelli Indiani adorano, percioché tutti sono idolatri. Il capitano fece da un prete che andava su l'armata dire messa prima che indi partissero. Colui si vestí e celebrò, e i cristiani con molta devozione l'ascoltarono a vista degl'Indiani. Finita la messa, il capitano si partí con le genti sue passo passo e con buon ordine verso dove gl'Indiani erano, per andare a prendere l'acqua d'un pozzo che ivi assai buona era. Gl'Indiani facevano segnale che si ritornassero e non passassero avanti, ma Giuliano l'interprete dicea loro che non temessero, perché non andavano se non a prendere l'acqua, e tosto si sarebbono poi ritornati. A questo dissero che andassero avanti al pozzo, secondo che Giuliano riferiva; e cosí i nostri giunsero a un pozzo, che stava in un picciolo piano presso la riviera del mare, dirimpetto alla terra.
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