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      Questi giunsero fin dove stavano gl'Indiani sul forte loro, e pareva che volessero dire e dare ad intendere che il caciche voleva essere amico del capitano, come tutti gli altri anco, de' cristiani, e mostravano molto di temere, e alcuni ne tremavano e dicevano che portarebbono a' nostri da mangiare e dell'oro, e che il re loro sarebbe andato a parlare al capitano. I due nostri gli assecuravano con segnali, e come meglio potevano s'ingegnavano di dare loro ad intendere che senza spavento alcuno andassero nel campo de' cristiani, perché non farebbono loro male. Gl'Indiani dicevano a questi due che andassero con loro, che gli averebbono dato da mangiare; ma essi se ne ritornarono al capitano e referirono quanto passato avevano.
      Finita di prendere l'acqua, si posero le genti nostre in ordine, e a tre a tre in ordinanza fece il capitano fare da loro passo riposato, dare una volta per quel piano d'intorno al pozzo, e a questo modo se n'andarono fino a quella casa dove erano il giorno avanti smontati. Qui fece ne' battelli montare tutte le genti che andare vi poterono e li mandò nelle navi, ed esso si restò con gli altri in terra finché le barche ritornarono. Ed essendosi finalmente tutti nelle caravelle imbarcati a posta di sole, non viddero se non alcuni pochi Indiani che uscirono fino al pozzo e non passarono un passo oltre. La mattina seguente fecero vela per cercare di qualche buon porto, per potere accommodare un de' vasselli che faceva molta acqua, e cosí navigando costeggiarono fino al lunedí, che era l'ultimo di maggio, che sorsero in una buona foce o ridutto fra certe isolette; e qui si conciò il vassello e si prese dell'acqua.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





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