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      Il dí seguente, alli 18 di giugno, il capitano smontò in quella isoletta con alcune genti delle sue, e postosi per un sentiero, fra certi alberi che ne parevano essere alcuni fruttiferi, si vidde avanti certi edificii antichi di pietra a modo di muraglia, rovinati dal tempo e in parte abbattuta; e quasi nella metà dell'isola stava un edificio alquanto alto, nel quale montarono per una scala di pietra, e ritrovarono su, presso la cima della scala, un marmo sopra il quale stava un animale marmoreo, come leone, con la lingua fuori della bocca e con un buso nella testa. E presso al marmo stava una pila picciola di pietra posta in terra e tutta sanguinosa, e dinanzi alla pila stava ficcato un legno che sopra lei si piegava. Indi poco lontano si vedea un idolo di pietra posto in terra, con una piuma in testa e col viso volto alla pila. Piú avanti stavano molti legni come quello che s'è detto che sopra la pila cadeva, e tutti stavano fissi in terra, e loro presso si vedevano molte teste d'uomini, e molte ossa medesimamente, che dovevano essere di coloro di cui quelle teste erano. Vi erano anco alcuni altri corpi morti quasi intieri, che dovevano essere di fanciulli, e stavano quasi putrefatti e guasti. Della quale vista restarono i cristiani spaventati, perché tosto suspicarono quello che essere poteva.
      Il capitano dimandò ad un di quelli Indiani che di quella provincia erano che cosa poteva essere quella, e per quello che a' segni ne compresero dicevano che a quelli morti cavavano il cor del petto, con certi rasoi di pietra che presso quella pila erano, doppo che scanati gli avevano, e questi cuori bruciavano poi con certi fasci di legna di pino che ivi erano, e gli offerivano a quello idolo, e poi toglievano le polpe delle braccie e delle gambe di quelli morti e se le mangiavano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quinto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1260

   





Indiani